"Buona maestra" a tutti
Negli anni '60 una giovane donna ha iniziato a lavorare come maestra in una piccola scuola materna di paese.
20 bambini una sola maestra.
( Rapporto 20 : 1 - oggi impensabile e improponibile-)
Eppure mi racconta, con il sorriso sul volto, mentre gli occhi rivedono come in un film quei momenti passati, di come ognuno avesse il suo compito.
Non c'era confusione, non si urlava. Rumore, certo. Grida e voci allegre non mancavano. Tra canti e girotondo, le attività erano tante: dal bagnare i fiori, allo zappare l'orticello, camminare nei prati per raccogliere fiori e foglie per poi farne un erbario, lavori a mano, occhi che osservano, mani che creano. Andare in giro per la campagna per osservare la natura, trarre spunto per racconti, che diventano disegni, lavoretti; queste erano le gite. Fare il punto erba o il punto croce, per ricamare un fazzoletto o un sacchetto, senza distinzione di sesso, perché la manualità costruisce la mente di tutti. Insieme si preparava il pranzo, si tagliavano le verdure per il minestrone, si apparecchiava e si sparecchiava, si puliva...
Non si parlava ancora formalmente di inclusione, ma ognuno era importante e nessuno veniva lasciato indietro.
Si arrivava il primo giorno di scuola parlando solo il dialetto e si usciva l'ultimo giorno salutando in italiano...
Quello che ho capito io è che non era una "scuola" ... era la vita, vissuta insieme e condivisa; non era una scuola nel senso stretto della parola...
LORO
TUTTI INSIEME
ERANO
LA SCUOLA
Poi il trasferimento a Torino, subito assunta dopo aver parlato della sua "giornata tipo" con i bambini.
"Peccato che qui non potrà mai più fare una cosa del genere" con rammarico le dice il provveditore.
Ma l'entusiasmo non si è mai assopito e ha continuato a seminare nei terreni fertili. Mancavano i campi e mancavano i prati, ma si potevano fare altre cose attingendo dalla fantasia.
Un entusiasmo che non l'ha mai abbandonata. Se lo è portato dietro, come bagaglio prezioso, per i suoi figli prima e per i suoi nipoti, dopo (e per tutti quelli che l'hanno incontrata e la incontrano tutt'ora!).
Una maestra come tante che in quegli anni hanno lavorato con competenza e spontaneità (potendolo fare).
Il lato buono della medaglia che vedo ancora oggi, pensando a chi vuole fare la maestra nonostante "il tutto" che cerca di impedirglielo (oggi più che mai).
In questo primo giorno di scuola auguro a tutti, soprattutto ai piccini:
"BUONA MAESTRA A TUTTI"
come lo è stata la mia mamma!