Il video
Chi meglio di noi italiani può dire quanto il momento del pasto sia un luogo privilegiato per stare insieme, dialogare, divertirsi, e quindi accrescere le competenze sociali, condividere emozioni e scambiarsi informazioni sia verbali che non verbali (senza parlare del piacere del gustare il cibo stesso!)
Ma non è di questo che vi voglio parlare, bensì delle implicazioni che hanno il come e il cosa mangiano i nostri piccoli, fin dalla nascita, sullo sviluppo del linguaggio.
Ebbene sì ! Entrano in gioco le abilità orali , quelle coinvolte nella muscolatura orofacciale ovvero lingua, guance, labbra e tutta la muscolatura mimica, che hanno un ruolo preciso e fondamentale nello sviluppo del linguaggio verbale per l'articolazione dei fonemi in parole e frasi e del linguaggio non verbale (pensate a tutte le espressioni della mimica facciale che esprimono i nostri sentimenti), ma fondamentali anche nella crescita e nella conformazione del volto andando ad incidere su palato, mascella e mandibola.
Il come, per quanto tempo e cosa mangiano incide su tutto questo!
Dobbiamo sapere innanzitutto che l'atto della deglutizione compare già nell'utero materno intorno all'undicesima settimana (il feto deglutisce circa due litri di liquido amniotico al giorno) e tra la dodicesima e la ventiquattresima settimana gestazionale, inizia la suzione: a 5 mesi è in grado di succhiarsi il pollice.
Sappiamo che la nutrizione del feto avviene grazie al cordone ombelicale, quindi per quale motivo iniziare già a deglutire prima di venire alla luce?
Come sempre niente avviene per caso e questi "esercizi" sono preparatori e propedeutici per sviluppare le competenze necessarie per l'allattamento.
Con l'allattamento al seno si nutre il bambino nel senso più ampio del termine: il contatto fisico con la madre, il calore, l'odore avvolgono il piccolo fornendogli input di piacere, di cura e amore.
Quando è possibile ( e sottolineo quando è possibile) l'allattamento al seno va sempre favorito e incentivato non solo per la relazione che crea (come detto prima), o per il suo valore nutrizionale, ma anche perché permette lo sviluppo armonico della muscolatura orofacciale. In che modo?
Mettiamo a confronto allattamento al seno e allattamento artificiale
Se non ci sono impedimenti quindi consiglio vivamente l'allattamento al seno.
Diversamente scegliete con accortezza la tettarella giusta in base alla crescita del vostro piccolo e stando attenti ai segnali che vi manda. In ogni caso è sempre opportuno bilanciare il "come" con il "quanto", ovvero: per quanto tempo andare avanti con l'allattamento artificiale?
Prolungare l'allattamento artificiale oltre i 12/24 mesi può impedire o rallentare il normale sviluppo delle abilità orali con ripercussioni sull'evolversi della deglutizione e sulla produzione dei fonemi.
Se osserviamo il piano della bocca di questi due bambini notiamo che il primo presenta un "piano piatto" tipico dell'allattamento al seno, con muscolatura del viso tonica. Nel secondo invece si osserva un "piano rotondo" tipico di una bocca che si è adattata alla tettarella.
Se le loro abitudini orali non varieranno sarà facile osservare un'evoluzione come quella presentata nelle foto sottostanti che mostrano da una parte un viso tonico e bocca chiusa, dall'altra viso ipotonico e bocca aperta, con conseguenze sulla respirazione, sulla dentizione, sulla deglutizione e probabilmente anche sulla produzione dei fonemi.
Ma l'allattamento è il primo passo a cui fa seguito un'altra importante palestra: lo svezzamento.
Vi invito a leggere i prossimi articoli a riguardo