Aiutare i nostri piccoli a parlare

Occhi negli occhi

Se vi state chiedendo come potete aiutare i vostri figli a parlare ...oggi vi dico: guardateli negli occhi!

Appena nati i cuccioli d'uomo non hanno possibilità di essere autonomi, ma hanno bisogno di cure ed entrano in contatto con il mondo esterno inizialmente attraverso il tatto e subito dopo attraverso la vista.

Sono attirati dal "triangolo" che formano occhi e bocca e su questo si soffermano quando lo riconoscono.

La prima volta che il bimbo incontra e riconosce lo sguardo della mamma è un momento fondamentale per il suo essere "sociale" . Nello stesso istante la mamma si accorge che gli occhi non sono "persi nel nulla" ma LA STANNO GUARDANDO.

Il soffermarsi dello sguardo del bimbo sugli occhi della madre gli permette non solo di sentirsi amato, ma anche di ricevere tutta una serie di informazioni visive che arrivano dal viso (espressioni, movimenti della bocca) e di essere focalizzato sui suoni che da esso arrivano.

Inizia il gioco del maternese, quel linguaggio che gli adulti inconsciamente e giustamente adottano, fatto di suoni ripetuti, anche senza senso, con toni acuti per lo più, con mimica enfatizzata, allo scopo di far sorride il bimbo. Sono i primi dialoghi che dicono "sei fantastico e ti voglio bene" e tutto avviene occhi negli occhi, a una distanza ravvicinata.

Siamo nei primi mesi di vita e stiamo mettendo le basi del linguaggio!

Attraverso gli occhi si attivano i neuroni specchio che fanno attivare nel cervello del bambino le stesse vie neuronali di chi sta parlando.

Inoltre le emozioni positive sperimentate in questi momenti vanno a creare una memoria emotiva, importante per la crescita del bimbo.

Di qui in avanti quando ci rivolgiamo ai nostri bimbi, quando giochiamo con loro, è bene guardali negli occhi. Si sentiranno ascoltati, accolti, amati; nel frattempo li alleneremo anche a focalizzare il loro sguardo, a sapersi soffermare, a saper condividere (sempre attraverso gli occhi) un oggetto ( si chiama triangolazione) e con i neuroni specchio anche gli aspetti motori e prassici dell'articolazione verranno "allenati".

Guardarsi negli occhi e comunicare richiede di mettere a disposizione del tempo, lasciare da parte alcune cose, per farle dopo. 

Mettere a disposizione il proprio tempo significa dire: 

tu sei più importante e io sono qui per te

In fondo è esperienza comune che ci sentiamo realmente amati e ascoltati solo quando sentiamo e vediamo lo sguardo del nostro interlocutore su di noi.