Come nasce il linguaggio già prima di venire alla luce

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Sviluppo del linguaggio #1


Diciamo talmente tante parole ogni giorno che probabilmente il linguaggio è per noi una cosa naturale, semplice e a volte scontata. 

Ma come e quando nasce?

Nelle conversazioni tra amici e parenti si sente solitamente dire "mio figlio ha imparato a camminare intorno ai 12 mesi" difficilmente però si dice: " mio figlio ha imparato a parlare intorno ai 12/18 mesi"

La sensazione comune è che parlare sia una abilità spontanea, che arrivi senza nessuna procedura particolare, mentre pensiamo che camminare richieda esercizio e pratica, perché mette in atto schemi motori complessi.

Ci trae in inganno la vista: vediamo il bambino che progressivamente cerca un equilibrio, prima magari gattona, poi si tira su afferrandosi a qualcosa, cerca di staccarsi ed infine quando finalmente ci prova, cade, si rialza e ci riprova finchè ecco... i primi passi. Questo è sotto i nostri occhi continuamente.

Analogamente però sta succedendo la stessa cosa per il linguaggio, solo che accade nel cervello e non lo possiamo vedere! Ma di quanta ginnastica, quanti tentativi e quante prove ed errori e rinforzi ha bisogno un bambino per formulare le prime parole, che non a caso arrivano in concomitanza con i primi passi, ma in misura limitata e via via progressiva. Il linguaggio è una funzione cognitiva molto alta.

Quando nasce il linguaggio?

Partiamo dal presupposto che ogni abilità necessita di stimoli appropriati.

In questo caso è l'input sonoro che viene elaborato e permette la creazione del linguaggio parlato.

Ma di quali stimoli sonori stiamo parlando?

Per scoprirlo dobbiamo fare un passo indietro e tornare al tempo in cui il bambino nell'utero materno sta crescendo, per prepararsi al giorno in cui verrà alla luce.

Dovete sapere che il piccolo d'uomo inizia a sviluppare l'udito già dal quinto mese di gravidanza e crescendo nel suo nido caldo percepisce i suoni che arrivano dall'esterno (voci, rumori) e soprattutto dall'interno: il bambino nel pancione è immerso in un vero e proprio bagno sonoro caratterizzato dal ritmo dato dal battito cardiaco della mamma e

... da una dolce melodia : la voce della mamma.

Essendo un suono sia interno che esterno il piccolo la percepisce deformata e quindi più facilmente riconoscibile dalle altre voci.

Sottolineo il concetto di ritmo, perché esso sarà importante per lo sviluppo del linguaggio, del suo non essere monotono ma vario,

Il linguaggio ha in sé un ritmo che è dato dagli accenti, dal tono, dall'intonazione, dall'intenzionalità, dall'intensità e dalla frequenza della voce, dalle pause

Accelera e rallenta, può essere intenso o più tenue

proprio come è vario il battito che il bimbo percepisce, che segue il respiro della mamma e che quindi varia a seconda dello stato fisico e d'animo (il cuore accelera e rallenta se è agitati o rilassati, felici o tristi, di corsa o seduti...)

Teniamo a mente questo ritmo costante, la colonna sonora della vita intrauterina, che insieme ad altri stimoli e processi traccia prime vie neuronali.

Fin dall'inizio niente è lasciato al caso e tutto concorre affinchè il piccolo possa prepararsi per l'entrata in società.

Fermiamoci qui, sulla soglia di un nuovo mondo, perché allora ci saranno altri stimoli ed altre sorprese che riprenderò in un prossimo video/articolo sul linguaggio.