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Sviluppo del linguaggio #2

Come si sviluppa il linguaggio nei primi 6 mesi di vita

La venuta al mondo inizia con un suono

Un forte e deciso pianto che libera le vie respiratorie e dice "eccomi sono arrivato"

Ben arrivato piccolo d'uomo! Eccoti nel tuo nuovo mondo!

Un mondo molto diverso da quello a cui eri abituato: caldo ovattato e soffuso

Ora, suoni, rumori, odori, luci tutto è semplicemente ... più di prima.

Appena nato la tua vista non è ancora del tutto "matura" e così puoi vedere a pochi cm, fino al viso di chi ti tiene in braccio. Tutto il resto è sfocato . Questo è funzionale al fatto che tu non venga sommerso da troppi stimoli (passare da un ambiente perlopiù scuro ad uno luminoso e pieno di colori, con figure che si muovono, si avvicinano e si allontanano, spariscono all'improvviso, voci suoni, rumori)...sarebbe uno shock

In compenso ci senti bene!

Allora ecco che ritrovi e riconosci la voce dei tuoi genitori: ti è famigliare, sei in grado di distinguere la voce più grave del papà da quella più acuta della mamma; le riconosci fra tante altre e in esse trovi conforto e un senso di rassicurazione e di "casa".

E soprattutto fin da subito riconosci quel ritmo costante che ti è famigliare, quando accoccolato sul petto della mamma ne senti il battito cardiaco.

Il piccolo d'uomo a differenza di molte altre specie animali quando nasce ha bisogno di molte cure, che inevitabilmente lo mettono in relazione con i suoi genitori e man mano con il mondo che lo circonda. Prendersi cura del proprio piccolo non vuol dire solo dargli da mangiare, pulirlo e vestirlo, ma vuol dire nutrirlo con l'affetto, con il contatto, con le parole, con l'amore, con il senso di appartenenza.

Grazie a tutto questo cresce e apprende...anche il linguaggio!

COSE INCREDIBILI!

Sapevate che nei primi mesi di vita un bambino è in grado di "riconoscere" i fonemi di tutte le lingue del mondo?! Grazie agli studi delle neuroscienze si è potuto osservare che il cervello del piccolo reagisce ad essi in modo particolare, completamente diverso da come reagisce per un rumore di qualsiasi tipo, attivando le aree deputate al linguaggio.

Ma a cosa gli servono queste enormi potenzialità? In parole molto semplici gli servono essenzialmente a sintonizzarsi sulla "frequenza" di chi si prende cura di lui: i suoni della lingua madre verranno rinforzati, tutti gli altri saranno considerati inutili e quindi non più interessanti. 

Si parla di una vera e propria "potatura" sinaptica. I circuiti neuronali non attivati o attivati raramente andranno a spegnersi. Grazie a questo processo i circuiti attivati possono lavorare in modo più rapido ed efficiente.

Come avviene per il linguaggio verbale?

Basta osservare cosa accade: la mamma accarezza il piccolo, lo coccola e gli parla. 

Ovvero significa: entrare in relazione.

Tutto avviene principalmente, già dai primi giorni attraverso tatto e udito (senza dimenticare olfatto e gusto ovviamente), man mano si aggiungerà anche la vista che come vedremo in un'altra occasione rappresenta un vero e proprio contatto a sé.

Tutto concorre allo sviluppo armonico del l'essere umano, niente si sviluppa come uno scompartimento a sé, ma spostiamo l'attenzione sull'aspetto della voce per arrivare al linguaggio verbale.

Il potere della voce

La voce non è semplicemente un'emissione di suoni

La voce è espressione del nostro io più profondo e inconscio, in grado di veicolare emozioni, anche al di fuori della nostra volontà. Con la voce esprimiamo stupore, felicità, rabbia, calma, impazienza, paura

Chi sta di fronte a noi è in grado di interpretarne la varie sfumature, e cogliere il messaggio al di sopra del puro messaggio verbale espresso dalle parole.

Non di meno il piccolo decodifica queste informazioni.

Allora cosa fanno gli adulti?

Quasi per istinto tutti quelli che gravitano intorno ad un piccolo d'uomo, rivolgendosi a lui, gli si pongono di fronte a lui e si esprimono in un linguaggio chiamato maternese in cui tono e mimica sono molto spiccati, si gioca sul ritmo, sul timbro della voce, il parlato diventa quasi una melodia e la componente affettiva è fondamentale...

Ci avete mai fatto caso?! Uno strumento incredibilmente banale ed altrettanto sorprendentemente efficace per attirare l'attenzione del piccolo e per veicolare più informazioni possibili anche in modo molto semplice, un vero proprio linguaggio con una sua sintassi precisa.

E' una ruota che si autoalimenta.

Il bimbo ci guarda e noi gli parliamo.

Sorride e noi ci sentiamo gratificati da questo "balsamo naturale che è il sorriso del bimbo" e a nostra volta gli sorridiamo e parliamo.

Si stabilisce una relazione che appaga e nutre entrambi gli "attori" in scena.

Con stimoli ridondanti, rinforzi positivi, l'imitazione e il fondamentale ruolo dei neuroni specchio  i suoni della lingua madre si fissano e vengono assorbiti e sperimentati dal piccolo che raggiunti i 5/6 mesi inizia solitamente a "lallare"

La lallazione è quella tipica ripetizione in serie di sillabe. In questa fase fondamentale per lo sviluppo del linguaggio il bimbo gioca con la sua voce, non c'è una vera e propria intenzionalità comunicativa legata ad un significato, ma in ogni caso con la voce può esprimere stati d'animo quali rabbia, gioia, felicità, variando il ritmo, l'intensità la frequenza (aspetti che lui ha "assorbito fin dalla vita intrauterina e che ora sperimenta anche in modo imitativo).

SONO PASSATI 6 MESI

Grandi cambiamenti sono già avvenuti, questo periodo però è uno di quelli che segna un passaggio importante perchè accadono tante cose (non a caso):

il bimbo inizia a stare seduto da solo

da poco è iniziato lo svezzamento

spuntano i primi dentini

l'esplorazione del volto degli adulti e di oggetti sonori e tintinnanti, belli da sbattere ripetutamente

ripetutamente ripete dei suoni : la lallazione

il cambio del ritmo sonno veglia :diventa più sociale, i pisolini sono più brevi

Questa socialità sfocia negli scambi che sempre più di frequente si presentano quando d'istinto noi adulti rispondiamo ripetendo le lallazioni dei nostri cuccioli ponendo così le basi di un primordiale scambio comunicativo verbale; un importante feedback che dice al bambino "ti sento, ti ascolto, sei proprio bravo in quello che stai facendo, vedi lo ripeto anche io..." in poche parole l'adulto manda un messaggio di rassicurazione e comprensione. 

Ma il viaggio per la conquista del linguaggio verbale continua il suo percorso e lo vedremo in un prossimo articolo.

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